domenica 23 febbraio 2014

Saç


 Saç aka Hair
Turchia/Grecia, 2010
130 min.
Scritto e diretto da Tayfun Pirselimoglu
Fotografia: Ercan Özkan
Montaggio: Erdinç Özyurt
Scenografia: Natali Yeres
Produzione: Zuzi film (TR)
Cast: Ayberk Pekcan, Nazan Kesal, Rıza Akın


Hamdi vive in perfetta solitudine in un anonimo quartiere di Istanbul, passa la sue giornate nella bottega di parrucche che è anche la sua casa. Ha il cancro e non gli resta molto da vivere. Misura regolarmente la propria statura perché ha l’impressione di diventare ogni giorno più basso. L’uomo non ha aspettative, salvo forse quella di andarsene da qualche parte prima di morire, in Brasile ad esempio, il luogo più lontano ed esotico che il maxischermo posto di fronte alla sua bottega gli suggerisca. Un giorno Meryem entra nel suo negozio intenzionata a vendergli i lunghissimi capelli, Hamdi contempla stupefatto e stordito la sua splendida chioma. Da quel momento, la donna diventa la sua ossessione; la pedina scoprendo che è sposata con un uomo rude che la tradisce e che, di mestiere, fa il preparatore di cadaveri. Quando Meryem si accorge d’essere seguita, la situazione non tarderà a intricarsi…



Scrive Umberto Rossi a proposito di Saç: Il cinema di Yayfun Pirselimoglu rientra nel filone del nuovo cinema turco, una tendenza fatta di racconti cadenzati da lunghi silenzi, ritmo lento, paesaggi diruti, personaggi al limite della svilimento e dell’autodistruzione[…] Il film è fotografato molto bene, interpretato in modo efficace e ci mostra uno scenario tutt’altro che turistico della grande città. È un tipo di cinema segnato da una grande maturità e percorso da un lacerante dolore del vivere. Un approccio narrativamente maturo e disperato che la regia sorregge con immagini sbiadite, segnate da colori marcescenti, che disegnano uno scenario di abbrutimento morale che non ammette vie d’uscita. Ma il cinema di Pirselimoglu non è solo questo, Saç è caratterizzato da una sotterranea vena grottesca che contraddistingue i personaggi in cui convivono sofferenza e ironia, caratteristiche che si ritrovano anche nella città di Istanbul sottolinea il regista, peculiarità rimarcata in Saç rispetto agli altri due film della trilogia (Riza e Pus) caratteristica probabilmente legata all’immaginario simbolico del tema del film tra i clienti principali (dei negozi di parrucche) troviamo travestiti e donne che devono nascondere il velo. In Turchia (come in Francia) le donne con il velo non possono infatti andare all’università o lavorare in luoghi pubblici chiarisce Pirselimoglu e aggiunge: mi piaceva l’idea di collegare le persone attraverso dei fili di capelli: una li vende, l’altro li compra e l’altro ancora è preoccupato perché diventano bianchi e li sta perdendo. È su questo rapporto che ho cercato di articolare la storia.




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