giovedì 30 gennaio 2014

Wife's knife


 Wife’s knife
Giappone, 2006
10 min.
Scritto e diretto da Yoshihiro Ito

 

È mai possibile che questa donna che non sa discorrere se non di spese, né sa sorridere fuorché al buon mercato; è davvero possibile che questa sia la mia Vàrja si chiede perplesso il protagonista di Una storia noiosa di Cechov seduto sul suo letto dopo l’ennesima notte insonne e l’ennesima visita della moglie ad annunciare l’inizio di una nuova giornata; è curioso che venga in mente Cechov durante la visione di questo sorprendente cortometraggio di Yoshihiro Ito, ma l’inesorabile ciclicità del tempo che nel racconto del romanziere russo sfiorisce il ricordo e il presente in Wife’s knife assume le sembianze di un’enigmatica clessidra che circoscrive i gesti del terrorizzato marito; sempre ammesso che possa esistere una qualsivoglia logica, a maggior ragione di coppia, nelle singolari visioni del cineasta giapponese visto che egli stesso tende a chiederla a chi visiona i suoi lavori com’è accaduto al pubblico del Raindance Film Festival dove i suoi cortometraggi sono stati proiettati.



Un mondo sgranato e claustrofobico al quale non si può fare il torto di tacere l’influenza di Shinya Tsukamoto anche se il lavoro di Ito è decisamente più sfuggevole e ambivalente considerata la marcata propensione al bizzarro; si resta passivi e inermi dinanzi allo svolgersi degli accadimenti, complice il 16 mm che proietta lo spettatore, alter-ego del protagonista in un universo stratificato e sinistro solcato da stati onirici angoscianti, immagini più grezze, più chiaramente neurologiche, e non personali come quelle dell’immaginazione o del ricordo. L’umanità nella visione del cineasta giapponese è come una maldestra escrescenza di carne che rimbalza su se stessa in un vortice infinito, eppure, in qualche modo, questa visione piuttosto pessimistica è resa senza alcuna malizia o cinismo; una desolazione grottesca dalla quale in filigrana affiora un candore quasi naif.




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